Pianta della famiglia delle
Compositae (o Asteraceae, secondo le più moderne classificazioni),
distribuita in diversi Paesi europei. In Italia è molto comune dal piano
alle zone montane, nei luoghi umidi, lungo i fossi, ai margini dei boschi, sulle
rive dei
fiumi.
GENERALITÀ L'eupatorio
è una specie erbacea a rizoma perenne, strisciante e
ramificatissimo. Il rizoma emette numerosi fusti
che arrivano normalmente all'altezza di un metro, ma che occasionalmente possono
raggiungere anche i 2 m. Questi fusti sono in basso semplici e di colore verde,
in alto molto ramificati e di colore rosso violaceo, e presentano una diffusa
tomentosità. Le foglie, opposte e con breve
picciolo, hanno forma palmato-lobata, sono cioè suddivise in 3-5 lobi di
forma lanceolata; il margine di questi lobi è normalmente
dentato. I fiori sono raccolti in capolini piccoli
formati da cinque fiori rosei poco profumati. Questi capolini sono raccolti in
grandi corimbi che ricoprono tutta la base superiore della
pianta. I frutti sono degli acheni di colore
bruno-nerastro muniti di pappo bianco -
grigiastro. Per scopi terapeutici si utilizzano il
rizoma con radice e le foglie con sommità
fiorite.
IMPIEGO
TERAPEUTICO L'eupatorio non venne utilizzato
nell'antichità e nemmeno durante il Medioevo. Solo a partire dal sec. XVI
si raccolsero alcune notizie circa l'impiego di questa pianta in medicina
popolare. Il suo uso si è di molto accresciuto negli ultimi
cent'anni. Oggi si sa che la pianta ha
proprietà aperitive, toniche, diuretiche, sudorifere, e che a dosi
più elevate è anche colagoga, purgativa, emetica, vermifuga e
febbrifuga. Esternamente inoltre ha delle proprietà detersive, risolutive
e cicatrizzanti o vulnerarie. Risulta quindi
particolarmente efficace nella idropisia, nelle tossi, nel catarro cronico,
nelle malattie epatiche, nelle febbri intermittenti, nonché nelle
malattie della pelle e nelle eruzioni cutanee. I
principi attivi di questa pianta sono essenzialmente dei terpeni e dei
flavonoidi.
PREPARAZIONI -
Uso interno: si utilizzano le radici e le foglie o sommità
fiorite. Si prepara un decotto lassativo con 50 g
di radice o rizoma finemente sminuzzato per litro di acqua. Si lascia bollire
per 10 minuti, si filtra a freddo per tela. Il decotto viene preso a tazze: una
al mattino a digiuno. Con le foglie si prepara un
infuso per stimolare la digestione, per aumentare la diuresi e per accrescere le
secrezioni epatiche. L'infuso viene preparato con
10-30 g di foglie o sommità fiorite finemente triturate per litro di
acqua bollente. Si lascia a riposo per 5-10 minuti, poi si filtra per tela.
L'infuso viene somministrato a tazzine: 2-3 al giorno. Se si supera questa dose
si hanno anche effetti lassativi.
- Uso
esterno: si utilizzano le foglie o le sommità fiorite secche per la
preparazione di un decotto di 60-70 g di questa parte della pianta finemente
sminuzzata per litro di acqua. Si lascia bollire per 10 minuti, a freddo si
filtra per tela. Il decotto così preparato
serve per fare lavaggi o bagni o per la preparazione di compresse imbevute per
curare foruncoli, eczemi e psoriasi.
RACCOLTA E
CONSERVAZIONE Le radici di eupatorio vanno raccolte
al termine del periodo vegetativo, cioè in autunno, da ottobre a
novembre. Si deve sradicare la pianta con l'uso di
una zappa o di una vanga e ripulire poi la radice e il rizoma dal terriccio con
l'uso di un coltello. È sempre bene non lavare la radice dell'eupatorio,
perché si potrebbero perdere parte dei principi attivi
contenuti. Si taglia la radice in pezzi lunghi 5
cm, poi si taglia anche longitudinalmente. Si secca al sole per due giorni e si
termina l'essiccamento in locale caldo e
arieggiato. La radice si conserva in sacchetti di
tela o di carta. Va rinnovata ogni due anni. Le
foglie si raccolgono da giugno a settembre staccandole una a una con le mani. Le
infiorescenze si raccolgono in agosto - settembre recidendole a 20 cm dalla
sommità. Con le infiorescenze si preparano
dei mazzi che vengono appesi a un filo steso per l'essiccamento, all'ombra, in
locale ben aerato. Le foglie si stendono invece su graticciati, sempre all'ombra
in locale ben aerato. Le foglie e le sommità fiorite si conservano in
sacchetti di carta o di tela. Vanno rinnovate tutti gli
anni. La coltivazione dell'eupatorio non è
necessaria, essendo la pianta comune ovunque. Chi volesse sperimentare questo
tipo di coltivazione deve comunque tener presente che si tratta di pianta
perenne che non arriva a fioritura se non dopo due anni di coltura
dall'interramento del seme: è quindi più conveniente partire dal
trapianto di rizomi e radici. Radici e rizomi vanno
raccolti con un pane di terra in autunno inoltrato; si recide la parte aerea
della pianta e si pongono a dimora in terreno sciolto umido, a una distanza di
20-30 cm l'uno dall'altro in file. Per favorire un
buon sviluppo della pianta occorre, la primavera successiva, provvedere a una
concimazione bilanciata, ricca di azoto. Frequenti irrigazioni durante la
stagione estiva saranno particolarmente utili: si potrà avere una buona
fioritura già a un solo anno dal trapianto. Sarchiature primaverili ed
estive sono particolarmente indicate, anche se la pianta riesce a sopraffare le
malerbe. La coltivazione così impostata
può durare anche 4-5 anni.
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